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Evoluzione dell’Autonomia nel bambino dai 2 mesi ai 3 anni

23 Luglio 2025 by

Elena Cantaboni

Il metodo SwimBabySwim considera l’autonomia non come un traguardo finale, ma come un viaggio di scoperta e crescita che si manifesta in ogni aspetto dello sviluppo del bambino. È un concetto integrato e olistico, che trasforma i riflessi acquatici in competenze consapevoli, offrendo al bambino gli strumenti per essere sicuro e fiducioso in acqua.

Il percorso verso l’autonomia nel metodo SwimBabySwim si sviluppa in modo graduale, rispettando i tempi di crescita del bambino e le sue capacità evolutive.

3-6 Mesi: L’Autonomia dei Riflessi e della Fiducia

A questa età, l’autonomia è legata alla capacità di gestire i riflessi innati e di iniziare a costruire un rapporto di fiducia con l’acqua e con il genitore.

  • Motorio: Il bambino inizia a sperimentare l’acqua attraverso le sensazioni sul viso, sul corpo e sulla schiena. Sviluppa la capacità di trattenere il respiro su segnale per affrontare l’immersione.
    • Esempio: Il genitore, con una presa sicura, immerge il bambino per un istante, dopo un segnale vocale, ex. 1,2,3 via. Il bambino riemerge aiutato dal genitore.
  • Emotivo: Il bambino apprende che l’acqua non è una minaccia e che il genitore è un punto di riferimento sicuro. Sviluppa una prima fiducia nell’ambiente.

6-12 Mesi: L’Autonomia della Consapevolezza

In questa fase, il bambino inizia a controllare attivamente i movimenti e a prendere decisioni elementari.

  • Motorio e Cognitivo: L’autonomia si manifesta nella capacità di orientarsi verso un punto di appiglio e di aggrapparsi autonomamente al bordo della piscina, al collo del genitore o a un galleggiante. Non è solo un riflesso, ma un’azione voluta e diretta a un obiettivo.
    • Esempio: Il genitore posiziona il bambino a poca distanza dal bordo, invitandolo a raggiungerlo e ad aggrapparsi. Il bambino coordina il movimento delle braccia e delle gambe e in apnea raggiunge la sicurezza del bordo.
  • Psicologico: Il bambino sperimenta per la prima volta il senso di autoefficacia, realizzando che può risolvere un piccolo problema da solo (raggiungere il bordo) e ottenendo un grande rafforzamento dell’autostima.

12-24 Mesi: L’Autonomia del Problem-Solving

Il bambino, ormai in grado di muoversi autonomamente a terra, trasferisce questa capacità anche in acqua, affrontando sfide più complesse.

  • Motorio e Cognitivo: L’autonomia si evolve nel problem-solving e nella navigazione in acqua. Il bambino impara a girarsi, a spostarsi e a trovare la posizione più adatta in base alla situazione (es. posizionarsi a dorso per respirare e riposare o in apnea per raggiungere un giocattolo).
    • Esempio: L’istruttore o il genitore posizionano un tubo galleggiante sull’acqua a una certa distanza. Invece di prenderlo, incoraggiano il bambino a nuotare da solo per afferrarlo, trovando la sua strategia per arrivarci.
  • Sociale: Il bambino inizia a sperimentare una nuova relazione con il genitore, che da semplice “supporto” si trasforma in una “base sicura”. Il genitore impara a staccarsi gradualmente, concedendo al bambino la libertà di agire in modo indipendente.

2-3 Anni: L’Autonomia Completa e la Fiducia Duratura

In questa fase, l’autonomia si consolida in una vera e propria competenza. Il bambino è consapevole del proprio corpo e delle sue capacità in acqua.

  • Motorio e Cognitivo: Il bambino padroneggia le manovre di auto-salvataggio complete, come il recupero da una caduta accidentale in acqua. Sa riorientarsi sott’acqua, risalire in superficie, girarsi e raggiungere il bordo.
    • Esempio: In una simulazione controllata, il bambino “cade” in acqua. La sua risposta non è il panico, ma la ricerca istintiva di una soluzione: si gira sulla schiena per galleggiare e poi si sposta autonomamente verso il bordo, senza l’aiuto del genitore.
  • Emotivo e Psicologico: La sicurezza non è più legata alla presenza fisica del genitore, ma alla fiducia nelle proprie competenze. Questa autonomia emotiva e psicologica acquisita in acqua si riflette nella vita di tutti i giorni, rendendolo più proattivo nell’affrontare nuove sfide e nel prendere piccole iniziative.

Un video di Manuel a 6 mesi mentre inizia  a muoversi in autonomia:


 

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Elena Cantaboni

Elena Cantaboni

Dal 1996 mi occupo di AcquaMotricità Neonatale e Prenatale e ho avuto il piacere di interagire con più di 3000 famiglie.
Dal 2006 sono Docente di AcquaMotricità Neonatale alla Facoltà di Scienze Motorie presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e per Fit One Promotion.
Diplomata all’ISEF, laureata in Scienze Motorie, Coach in PNL e futuro Mentore esperto in Relazioni