
Le aree di competenza del metodo SwimBabySwim prendono in considerazione e lavorano sullo sviluppo di diversi aspetti del piccolo
Entrata in acqua
Non esiste un modo solo per entrare in acqua: con il metodo SwimBabySwim affronteremo questo tema a partire dal momento in cui il piccolo può entrare solo tra le braccia del genitore a quando lo farà in autonomia
Dal primo accesso in poi sarà fondamentale avere a disposizione qualche minuto per far adattare il piccolo all’ambiente. Questo uno dei motivi per i quali chiediamo al genitore di arrivare sempre con un po’ di anticipo.
Man mano che il percorso proseguirà e verrà affrontata l’apnea il piccolo potrà entrare, sempre con l’aiuto del genitore, dal bordo partendo da seduto arrivando via via a farlo in autonomia in armonia sia con l’applicazione del metodo che con il suo fisiologico processo di crescita.
A queste attività si associano le entrate con lo scivolo, i tuffi e le cadute accidentali che vengono simulate in totale sicurezza per insegnare e perfezionare il riflesso di apnea.
In questi articoli approfondiamo alcuni aspetti del metodo legati ai vari tipi di entrata in acqua a partire dal primo e più emozionante momento del primo accesso che va affrontato in rilassatezza e sempre con un sorriso contagiane.
Acquaticità
Questa sezione del metodo è dedicata alla modalità di interazione tra il piccolo e l’ambiente acquatico
E’ un processo lento, a tappe, che inizia con l’adattamento tra le braccia del genitore che deve via via staccarsi dal piccolo portandolo man mano a sentirsi completamente a proprio agio e rilassato.
E’ fondamentale la collaborazione e l’interazione con il genitore che sarà chiamato a fare un grande sforzo personale per resistere agli istinti paterni e materni a cui siamo abituati. Questo sforzo sarà ripagato nel vedere il piccolo che inizia ad allontanarsi in autonomia con supporti minimali al galleggiamento arrivando a muoversi senza più la necessità di un supporto costante durante gli esercizi.
Respirazione
Approfittare dei primi 12 mesi di vita del piccolo permette di sfruttare il ricordo del grembo materno e del liquido amniotico e di favorire il consolidamento del riflesso di apnea ancora attivo nei primissimi mesi dalla nascita e poi via via perderanno entro il 9°-11° mese. Anche la sensazione di galleggiare per loro è ancora presente, tutti fattori che portano a consigliare di portarlo in vasca il prima possibile
Dopo 12 mesi questi ricordi via via svaniscono, è quindi più facile farli adattare già al 3° o 4° mese. Per chi incomincia il corso oltre il 12esimo mese consigliamo delle sessioni iniziali di Family Water Coaching che consentono al piccolo di adattarsi alla presenza dei genitori e in totale tranquillità e ai genitori di acquisire consapevolezza e competenza per gestirlo serenamente nella difficoltà
Entro i 12 mesi, i ricordi e i riflesso di apnea svaniscono, rendendo meno agevole l’adattamento all’ambiente acqua. Per chi inizia il corso dopo il 12° mese, raccomandiamo sessioni iniziali di Family Water Coaching. Queste permettono al bambino di familiarizzare con l’acqua in presenza di entrambi i genitori in un ambiente sereno e ai genitori di acquisire esperienza e le competenze necessarie per gestire al meglio le eventuali difficoltà.
Le lezioni di gruppo offrono ai genitori l’opportunità di continuare a mettere in pratica quanto imparato nelle sessioni precedenti. L’insegnante ad agni lezione valuta il livello di competenza raggiunto e propone esercizi progressivamente più complessi con l’obiettivo di rendere il bambino autonomo nel passaggio all’apnea e nella gestione dell’entrata e dell’uscita dall’acqua.
Nuoto
Ogni genitore si chiede spesso quando il proprio bambino saprà nuotare. È una domanda naturale e comprensibile, ma la risposta non si limita a una semplice età.
Il nostro approccio non si basa su tempistiche rigide, perché l’apprendimento non è una gara. Ci concentriamo sul rispettare i tempi di crescita unici di ogni bambino. Il vero obiettivo è accompagnarlo in un percorso graduale, che lo porterà a sviluppare le competenze necessarie per muoversi in acqua in autonomia e con fiducia. Non si tratta di fissare una data, ma di coltivare un processo di scoperta e crescita.
Il lattante, a partire dai 2 mesi, prima di intraprendere qualsiasi tipo di apprendimento natatorio, deve acquisire e padroneggiare le competenze del metodo SwimBabySwim. A differenza del genitore, l’apprendimento del bambino avviene esclusivamente in vasca: maggiore sarà il tempo dedicato a questa attività, migliori saranno i risultati.
I bambini di età compresa tra i 12 e i 36 mesi che iniziano l’approccio all’acqua necessitano di un percorso di ambientamento più esteso. Questo è dovuto a nuovi fattori legati alla crescita e alle dinamiche relazionali con i genitori. Per affrontare al meglio queste sfide, raccomandiamo attività di Family Water Coaching. Durante queste sessioni, sarà possibile esplorare le difficoltà che potrebbero sorgere e definire strategie efficaci per gestirle.
Per i bambini dai 3 anni in su, l’apprendimento del nuoto è un percorso personalizzato. Partiamo dalle loro esperienze pregresse e dalla loro familiarità con l’acqua per consolidare le competenze. Attraverso giochi e attività ludiche, miriamo a costruire fiducia e padronanza di sé, sviluppando le capacità natatorie su basi solide.
Equilibrio
Nel mondo terrestre, l’equilibrio è un processo quasi automatico, supportato da un fulcro solido che ci dà stabilità. Ma quando entriamo in acqua, le regole cambiano. Il metodo SwimBabySwim si concentra proprio su questo aspetto, ponendo l’equilibrio al centro del percorso di apprendimento, perché è anche da esso che derivano l’autonomia, la sicurezza e la fiducia in sé stessi. L’obiettivo non è semplicemente galleggiare, ma imparare a comandare la posizione del proprio corpo in assenza di un fulcro terrestre.
Il metodo SwimBabySwim considera l’equilibrio in acqua come la capacità fondamentale di controllare il proprio corpo in un ambiente tridimensionale, essenziale per l’autonomia e la sicurezza dei bambini 0-3 anni.
Si distingue per la gestione mirata dei galleggianti promuovendo la percezione autonoma del centro di gravità e della spinta di Archimede. Questo permette al bambino di mantenere posizioni sicure (verticale per respirare, supina per galleggiare), cruciali per l’auto-salvataggio.
I galleggianti sono usati solo come strumenti transitori per l’apprendimento attivo per poi essere rimossi gradualmente.
Sviluppare l’equilibrio significa che il bambino acquisisce la capacità di comandare la propria posizione (es. girarsi da prono a supino per respirare o recuperare la verticalità in un esercizio di galleggiamento coi tubi), e di muoversi intenzionalmente verso un obiettivo (es. raggiungere il bordo vasca).
Queste conquiste non solo migliorano la sicurezza in acqua, ma rafforzano enormemente l’autostima e la fiducia del bambino nelle proprie capacità. Il metodo SwimBabySwim non insegna l’equilibrio, ma lo fa scoprire, promuovendo la sperimentazione diretta per una sicurezza duratura e una solida fiducia in sé stessi.
Sicurezza
Nel metodo SwimBabySwim, la sicurezza in acqua non è semplicemente un elenco di tecniche motorie da imparare, ma un concetto molto più profondo che affonda le sue radici nelle risorse cognitive e di problem-solving del bambino, una competenza attiva e dinamica che il bambino costruisce progressivamente. Si va oltre il semplice insegnamento di come muoversi e galleggiare, puntando a sviluppare una vera e propria consapevolezza di sé e dell’ambiente acquatico, che prepara il bambino a gestire situazioni impreviste con lucidità e autonomia.
Non si tratta di eliminare il rischio, ma di fornire al bambino gli strumenti per gestirlo in autonomia, sviluppando un’autoconsapevolezza che può salvargli la vita.
La sicurezza in acqua non è solo tecnica motoria, ma sviluppo delle risorse cognitive e di problem-solving del bambino. L’obiettivo è una consapevolezza di sé e dell’ambiente acquatico per gestire imprevisti con lucidità e autonomia.
Acquisite le prime manovre di auto-salvataggio, la sicurezza deriva dalla capacità di analizzare rischi e trovare soluzioni efficaci. Il bambino è addestrato a pensare e sperimentare. Ad esempio, dopo un’immersione, il piccolo deve orientarsi verso un punto sicuro. Invece di reagire passivamente, impara a prendere l’iniziativa (cercare appiglio, girarsi per respirare, nuotare verso il bordo). Risolvere problemi in acqua aumenta l’autostima e la fiducia. Il metodo sviluppa la consapevolezza del proprio corpo e delle sue sensazioni in acqua (intelligenza cinestetica). Un bambino che risolve problemi in acqua gestisce meglio le emozioni, mantenendo la calma.
La sicurezza nel metodo SwimBabySwim prepara il bambino a essere resiliente, consapevole e proattivo. L’acqua diventa un laboratorio di vita dove impara a fidarsi di sé stesso e delle proprie capacità cognitive, acquisendo competenze vitali.
Autonomia
L’autonomia è un percorso di crescita che porta il bambino a diventare un soggetto attivo e proattivo in acqua, un piccolo esploratore capace di navigare con sicurezza e gioia, trasformando ogni esperienza acquatica in un’opportunità di apprendimento e sviluppo personale
Nel metodo SwimBabySwim, l’autonomia è un obiettivo che va oltre il semplice galleggiamento: è un processo integrato che si manifesta in ogni aspetto dello sviluppo del bambino.
- In ambito motorio il bambino trasforma i riflessi innati in movimenti consapevoli e coordinati, rafforzando l’equilibrio e la consapevolezza corporea.
- In campo cognitivo l’acqua diventa un laboratorio di problem-solving dove il bambino impara a trovare soluzioni autonome, migliorando la sua flessibilità mentale e la capacità di prendere decisioni.
- Dal punto di vista emotivo, il metodo aiuta il bambino a gestire la paura e l’ansia, costruendo un solido senso di auto-efficacia che lo rende più resiliente.
- Psicologicamente l’autonomia in acqua simboleggia un sano processo di distacco dalla dipendenza totale, promuovendo indipendenza e fiducia nelle proprie capacità.
- Socialmente rafforza il legame con il genitore, che impara a fidarsi delle abilità del figlio, creando un rapporto basato sul rispetto e sulla promozione dell’indipendenza.
Written By
Elena Cantaboni
Dal 1996 mi occupo di AcquaMotricità Neonatale e Prenatale e ho avuto il piacere di interagire con più di 3000 famiglie.
Dal 2006 sono Docente di AcquaMotricità Neonatale alla Facoltà di Scienze Motorie presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e per Fit One Promotion.
Diplomata all’ISEF, laureata in Scienze Motorie, Coach in PNL e futuro Mentore esperto in Relazioni