
La sicurezza è un tema ricorrente nel metodo SwimBabySwim e siamo dell’idea che sia un tema che vada affrontato a 360°con i genitori. Perché non c’è solo il tema della sicurezza in acqua, prima ci si deve arrivare alla piscina, e i temi da prendere in considerazione sono davvero tanti.
Il seggiolino in auto: dove va messo?
Per quanto per alcuni sia scontato vedo molto spesso auto con il seggiolino dal lato sbagliato. A parte per specifiche esigenze il seggiolino deve stare alle spalle del passeggero, non dell’autista. Il primo motivo è il parcheggio che avviene quasi sempre nel senso di marcia del veicolo. Poter caricare scaricare il piccolo dal lato del marciapiede rende l’operazione nettamente più sicura rispetto a doverlo fare quasi sempre per strada.
Possibilmente e per più tempo possibile gli esperti consigliano di tenere i piccoli in senso contrario a quello di marcia, in ogni caso riferitevi al manuale del tipo di seggiolino installato per verificarne tutti i dettagli.
Come lo controllo mentre guido?
Di tutte le soluzioni che ho visto quella più idonea, sicura alla guida e facile da gestire è lo specchietto retrovisore da sedile: si installa sul poggia testa centrale posteriore e lo si direziona verso il neonato consentendo chi guida di poterlo tenere sempre sotto controllo guardando il proprio retrovisore centrale. Questo evita collegamenti, webcam e cavi, spazi che ho ritenuto di utilizzare per due dashcam sempre accese mentre guido che riprendono avantreno e retrotreno oltre che l’interno del vicolo.
Anti abbandono:
Molti lo ritengono superfluo ma è obbligatorio per legge: anche in questo caso esistono soluzioni poco impattanti a livello di emissioni e che sono di facile gestione. Io ho installato questo prodotto che aveva vari vantaggi: il primo è la semplicità di averlo sempre connesso con un cavo accendino e un sensore alla cintura + doppio sensore bambino. Il doppio sensore permette di spostare il jack dell’accendino a seconda dell’auto in uso così da averlo sempre attivo alla guida. Collegato con il cavetto di ricarica al telefono consente sia di caricare sia di segnalare alla lista contatti eventuali stati di abbandono vero o presunto.
Perché è così importante questo strumento?
Molti non considerano che oltre l’abbandono accidentale esiste l’abbandono involontario del piccolo. Un esempio classico è fermarsi per comprare il giornale, lasciarlo a bordo perché piove e l’edicola è a due passi: se mentre prendo il giornale inciampo e picchio a testa non è detto che qualcuno capisca che l’auto parcheggiata sia la mia con un piccolo dentro ma il sensore rileverà la sua presenza e l’assenza troppo prolungata del telefono facendo innescare l’allarme ai parenti. Questo come molti altri casi fanno di questo strumento un salvavita.
Rendere riconoscibile l’auto:
Esistono degli ottimi cartelli dotati di ventose, quindi amovibili, da applicare davanti e dietro quindi si ha il bambino a bordo. Aiutano quello dietro a capire che se non partiamo sgommando, soprattutto le primissime settimane, un motivo c’è e non è necessario suonare il clacson. Soprattutto la loro presenza è di vitale importanza in caso di incidente: i soccorritori sapranno da subito che nell’auto ci potrebbe essere un bambino potendo agire con la dovuta urgenza e priorità.
Avere sempre con sé un kit di primo soccorso:
In macchina e nello zaino del piccolo può sempre servire avere un piccolo kit con cerotti, qualche benda e un po’ di acqua ossigenata. L’arnica per le testate che tanto da qualche parte darà, tipicamente al parchetto quando torna dalla piscina e si scatena nel mio caso, e un po’ di acqua ossigenata e cotone.
In auto ho anche un coperta termica, una torcia potente sempre carica e un ricambio di vestiti d’emergenza. Sono tutte cose che si spera di non dover mai usare ma tanto una pozzanghera quanto una brutta caduta possono sempre accadere e meglio essere preparati.
Il tema testate (nulla a che vedere con la piscina ma con le cose da sapere gestendo un piccolo si) si propone di tanto in tanto quando iniziano i primi giochi camminando. Se poi si unisce la caduta a condizioni fisiche non proprio perfette, nel mio caso Manuel aveva qualche disturbo intestinale in quei giorni, è possibile assistere ad uno spettacolo orribile ma per nulla preoccupante o pericoloso. Lo spasmo affettivo, nel suo caso durato pochi secondi ma sufficiente a far perdere a Marinella 10 anni di vita essendo lì con lui.
E’ utile sapere che esiste e che nei primi anni si può presentare: imparare a riconoscerlo significa gestirlo con maggiore calma e con meno panico, ecco cos’è:
Uno spasmo affettivo è una reazione involontaria del bambino a uno stress emotivo o fisico intenso, caratterizzata da un pianto disperato seguito da un’interruzione della respirazione (apnea) e una temporanea perdita di conoscenza. Esistono due forme principali: la forma cianotica, più comune, associata a rabbia o frustrazione e che causa cianosi del volto, e la forma pallida, più rara, scatenata da dolore e che provoca pallore e perdita di coscienza. Questi episodi, che colpiscono soprattutto i bambini tra i 6 e i 18 mesi, sono considerati benigni, si risolvono spontaneamente, ma richiedono attenzione per differenziarli da altri disturbi.
Nel Suo caso Manuel è stato rapidamente visitato in un pronto soccorso dove non hanno saputo spiegare cosa fosse accaduto ma confermato che stava benissimo e che il trauma era talmente minimo da non aver nemmeno provocato un bernoccolo. Ci ha pensato la bravissima pediatra che abbiamo a farci scoprire questo fenomeno che avrei preferito aver studiato prima e di cui nessuno mi aveva mai parlato.
Arrivati in piscina: a cosa stare attenti
La piscina è organizzata per ospitare passeggini e ovetti. Vanno lasciati fuori portando il piccolo in vasca in braccio. La presenza di fasciatoi e vaschette per il lavaggio consentono di poterlo gestire in totale sicurezza. Una volta arrivati e preparato il piccolo è utile avere almeno 5 minuti di ambientamento che gli consentano di capire dove si trova e cosa sta per fare. Questo lo aiuterà di certo così come lo aiuta sapere prima che quel determinato giorno andrà in piscina.
Una volta entrati in acqua nelle primissime fasi dovremo avere sempre una distanza minima dal piccolo così da poter intervenire in caso di caduta o scivolamento. Simo in acqua quindi non può farsi male: intervieni sempre con delicatezza, senza panico e con un sorriso, lo aiuterai a capire che è in totale sicurezza.
Un corso di primo soccorso neonatale:
Una cosa che consiglio a tutti i neo o quasi genitori di fare, possibilmente anche ai loro parenti, è u corso di primo soccorso neonatale. In rete se ne trovano vari sia in presenza che on-line, di sicuro prendere prima coscienza di quali tipi di trauma possiamo dover gestire e aver imparato sia a prevenirli che a gestirli è fondamentale. Anzi, ritengo che dovrebbe essere un obbligo di legge, personalmente.
Altrettanto fare un corso sul taglio del cibo per lo svezzamento è importante così come valutare e applicare delle tecniche più moderne come l’auto svezzamento. Sono tutte attività che aiutano il piccolo a usare il suo corpo e tutte le sue parti, prima sarà in grado di gestire perfettamente la deglutizione e minori saranno i rischi che correrà nel mettere in bocca qualsiasi oggetto sia in grado di raggiungere in ogni angolo della casa.
Written By
Mauro Lattuada
Sono Mauro, papà di Manuel e nel bellissimo viaggio iniziato a Gennaio 2024, grazie alle ricerche e al lavoro attento di Marinella, la mamma, ad un certo punto abbiamo incontrato Elena e il metodo Swimbabyswim.