
Perché abbiamo scelto di iscriverci ad un corso SwimBabySwim
14 Febbraio 2025 by
Mauro Lattuada
Sono Mauro, papà di Manuel e nel bellissimo viaggio iniziato a Gennaio 2024, grazie alle ricerche e al lavoro attento di Marinella, la mamma, ad un certo punto abbiamo incontrato Elena e il metodo Swimbabyswim. Io e lei siamo due sportivi fin da giovani, entrambe le nostre famiglie ci hanno fatto fare sempre attività sportive fin da piccoli, dalla piscina al karate, e ovviamente anche noi faremo lo stesso con Manuel. Ma la ricerca di seri professionisti a cui affidare un figlio quando è ancora così piccolo non è per nulla una scelta facile e, come tutti sappiamo, in rete si trova di tutto.
L’incontro con Elena è stato fin da subito molto bello e positivo: un po’ disorientati e un po’ spaventati come tutti i neo genitori non avevamo apprezzato l’approccio che moltissimi strutture propongono: attaccare a un galleggiante un lattante per farlo giocare e stancare è un’attività che avremmo benissimo potuto fare da soli, altra cosa è portarlo in vasca ad imparare a muoversi in sicurezza con un metodo e uno percorso serio. Questo è il primo motivo che ci ha portati a lei, in realtà il lavoro che svolge è lontano anni luce da quello che fanno molti altri in questo settore a nostro avviso.
Perché non lavora solo con il lattante ma anche e soprattutto con il genitore. Genitore che cerca di comunicare con un esserino che non sa comunicare se non piangendo, impossibile capirsi se nessuno ti aiuta ad interpretare il significato di quel pianto e a gestirlo al meglio. E non parlo del pianto da fame o da sonno ma dalle mille sfaccettature che ho scoperto portandolo in acqua. E ci ha insegnato comprendere sia il pianto che la durata, soprattutto, quando è il caso di interrompere il pianto con una coccola o un abbraccio e quando invece basta soffermarsi per qualche istante perché lui smetta da solo e finisca di scoprire e capire il nuovo esercizio. Tutte novità per me ma pian piano io e Manuel abbiamo imparato a capirci meglio grazie al lavoro svolto da Elena.
E’ nata così la collaborazione con lei: toccando con mano giorno per giorno i risultati del suo lavoro sulla motricità di Manuel ci siamo così appassionati che abbiamo cominciato a documentare, studiare e analizzare per condividere con altri genitori questa bellissima esperienza. Nonostante ci fossimo ripromessi di tenerlo lontano dai social ci siamo accorti che il modo migliore, più schietto e realistico, di raccontare la potenza e le potenzialità del suo metodo sia farlo mese per mese con un caso reale.
Manuel è entrato in acqua con Elena a 4 mesi, a 6 mesi ha visto e toccato per la prima volta il mare della Liguria, dopo poche settimane in vasca ha iniziato a fare l’autorotazione dimostrando che gli esercizi giornalieri e la vasca lo stavano aiutando già a rinforzare i muscoli della schiena. Ha iniziato a gattonare presto e a 12 mesi muoveva i primi passi tra i divani e i mobili di casa: ci ha insegnato ad obbligarci a farlo arrangiare e non l’abbiamo mai sostenuto o trascinato. In meno di un mese cammina e corre con le sue scarpine all’aperto in mezzo alle pozzanghere. Cade come tutti i bambini, ma è caduto così tante volte in sicurezza che ora quando cade sa come fare a non farsi male.
E Così abbiamo proposto di raccontare qui la sua storia coi video in acqua settimana per settimana, con qualche scatto della sua crescita e dei suoi miglioramenti grazie a questa attività sportiva che merita di essere raccontata. Non è un post sponsorizzato e non c’è alcun intento commerciale in questo racconto, sia io che la mamma pensiamo che rendere un bambino autonomo e in grado di salvarsi la vita se cade in una piscina sia un dovere di ogni genitore. E’ così che abbiamo proposto ad Elena di avvalersi liberamente di tutto il materiale che giriamo quando siamo in vasca ed è per questo che d’ora in poi ogni tanto ne scriverò il resoconto insieme a qualche consiglio sulla sicurezza e sulle tante attività che potete fargli fare dal momento della nascita in poi per renderlo autonomo e indipendente più in fretta.
Se c’ è un cosa difficile da trovare come genitore è qualcuno in grado di osservare ciò che fai, criticare in modo costruttivo, farti porre delle domande e aiutarti a correggere l’errore. Perché sulla propria strada è più facile incontrare chi ha un problema per ogni soluzione, Elena invece l’errore te lo fa notare, sorridendo, e ti spiega come correggerlo e ciò che insegna vale tanto in acqua quanto nella vita di ogni giorno.
Maneul a 12 mesi di cui 8 in vasca:
Sinceramente penso che da 10 mesi a questa parte il suo lavoro con lui e soprattutto con noi genitori abbia un ruolo cruciale nello sviluppo motorio di Manuel: ci ha insegnato quali sono quei momenti in cui dobbiamo lasciarlo piangere per farci scoprire che così facendo gli permettiamo di superare l’ostacolo e farlo crescere. Troppo spesso l’istinto del genitore è protettivo più del necessario, scoprirlo in un ambiente sicuro privo di rischi come la piscina aiuta ad affrontare ogni sfida in modo più consapevole.
In vista del suo arrivo oltre rimettermi in forma fisica con un programma di allenamento settimanale io e la mamma abbiamo ricominciato a studiare: dai corsi sulla sicurezza e soccorso neonatale e al massaggio a temi come l’auto svezzamento e l’importanza dello sviluppo motorio sono diventati l’argomento di confronto quotidiano e di studio.
Questo primo post nella categoria “piccoli consigli” di Swimbabyswim serve a raccontare chi è quel lattante sorridente e felice che vedrete nei video e in alcune delle foto. Lo vedrete spesso anche piangere, ad oggi (13 mesi) è ancora l’unico modo che ha per comunicare con noi per attirare la nostra attenzione e ora abbiamo capito che spesso basta guardarlo in modo rassicurante perché capisca di essere al sicuro e tanto basta a farlo smettere di piangere e aiutarlo a ripartire con ancora più slancio.
Personalmente consiglio a tutti i neo genitori di portare in vasca il proprio piccolo prima possibile e finché ancora conserva la memoria della pancia della mamma: a me hanno insegnato a nuotare in modo traumatico lanciandomi da un pontile senza un bracciolo e, quando sono tornato a protestare, togliendomi anche l’altro. Come metodo non è più attuale né sensato così come molti dei consigli della nonna non sono più validi semplicemente perché il mondo e lo studio sui lattanti si è evoluto ed esistono dei metodi molto meno traumatici e molto più moderni che vale la pena di conoscere raccontare e scoprire e swimbabyswim è il primo della lista visto che è l’unica attività sportiva che è possibile far fare fin dal secondo mese di vita dei nostri piccoli.
Manuel e le sue primissime esperienze in piscina e al mare:
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Mauro Lattuada
Sono Mauro, papà di Manuel e nel bellissimo viaggio iniziato a Gennaio 2024, grazie alle ricerche e al lavoro attento di Marinella, la mamma, ad un certo punto abbiamo incontrato Elena e il metodo Swimbabyswim.